《Non fare questo non fare quello!》
Voi lascereste giocare vostro figlio con un percorso naturale costruito con sassi (appuntiti) ?
In Italia siamo così, crediamo sia proprio una questione culturale. Nel resto d’Europa ci è capitato di vedere giochi che da noi sarebbero improponibili, magari più alti, e di goderci la compagnia di mamme sedute sulle panchine, senza il terrore che i bambini si facciano male.
Un bambino è spericolato e ha bisogno per natura che gli vengano segnalati i limiti.
L’ “Attento è pericoloso” abusato non aiuta, perché trasmetto a mio figlio il messaggio che lui quella cosa non è in grado di farla, quando, in realtà, a mente lucida, può benissimo essere alla sua portata.
Agisco quindi, in questo modo, sulla sua autostima.
D’altro canto, se gli permetto di fare un gioco socialmente reputato come: “pericoloso”, vengo etichettato come genitore snaturato.
Ricordo benissimo ancora una gara di tuffi dagli scogli di Porto Selvaggio, in Puglia.
Mia mamma la sera chiese a me e mio fratello se ci fossimo divertiti, raccontandoci di aver pacificamente ignorato i commenti su di lei, che era rimasta per tutto il tempo vicino a noi sugli scogli senza impedirci di fare la gara.
Abbiamo conosciuto amici che a 30 anni non sanno nuotare.
Quanto la nostra paura diventa una barriera alla crescita e quanto funge da vera protezione ?